Anno di violenze e congiure, la “Capitale del Mondo” fu campo di battaglie private e pubbliche; teatro di complotti ed intrighi: pretoriani e senatori, legionari e gladiatori, filosofi e letterati, schIavi e liberti, vestali e prostitute, maghi e fuorilegge.

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lunedì 28 marzo 2022

"UNA PARTITA A DADI - Milos il Gladiatore"

 



 presentiamo una divertente scenetta tratta da "LA DECIMA LEGIONE" ... " Una partita a dadi"

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La voce di Livilla raggiunse il vecchio alle spalle; l’uomo si voltò.
“Se rivuoi indietro la tua armilla, ragazzina, sprechi il tuo fiato...”
“No. Non la rivoglio indietro.... Voglio giocarla a dadi con te.”
Passato il primo attimo di sorpresa per l’insolita proposta, lo zoppo scoppiò in una sonora risata
“Tu vuoi, Ah.ah!... giocartela a dadi?... Sentitela, la puella!”
“A meno che tu non abbia paura di me!” lo provocò la ragazza.
“E contro cosa vorresti giocare la “mia” armilla?” capitolò l’altro.
“Con quest’altra armilla.” fece prontamente Livilla, estraendo da sotto la tunica una seconda armilla, identica alla prima - Chi vince se le prende tutte e due.”
Gli occhi del vecchio, incallito giocatore brillarono.
“Fa sul serio, eh!… Non hai paura che ti porti via anche l’altra?”
“Prima devi battermi, vecchio!”
“E sia! Per Giove Tonante! Ma non possiamo aprire la partita con questi oggetti. Prima dobbiamo giocarci qualche soldo.... Hai qualche soldo, puellula?”
“Qualche triens ce l’ho, vecchio!... E tu?”
“Ah,ah!... Diffidente la puella! Ce l’ho anche io. Sì!...Andiamo.”
Livilla lo seguì fin sull’uscio di quella caupona dall’aria equivoca; sopra l’uscio campeggiava un’insegna a forma di dadi e sul fianco si apriva una finestrella adombrata da un lurido cencio a mò di tendina; nessuna lanterna all’esterno, ma dall’interno, attraverso la finestrella, filtrava la luce di una lucerna appesa alla parete.
Qui Livilla si fermò. Lanciò un’occhiata all’interno e quello che vide non la rassicurò: teste agitate, braccia convulse, gran vociare e il tutto immerso in una fumosa luce fioca, ma lo zoppo vinse la sua reticenza trascinandovela dentro per un braccio.
“Ehi, gente! - gridò - Ho trovato un degno avversario ai dadi.”
Si voltarono tutti e sogghignarono alla vista del “giocatore”.
Livilla non si lasciò intimorire o, per meglio dire, riuscì assai bene a nascondere tutti i timori sotto una buona dose di sfacciataggine, propria di chi compie un’azione disperata. Sedette al tavolo che le veniva indicato e venne immediatamente circondata da una folla curiosa e sghignazzante; lo zoppo la raggiunse e anche lui sedette.
“Diamo inizio alla giocata.” disse tirando da sotto la tunica un paio di dadi che agitò a palmo chiuso sotto il naso della ragazza.
“Ehhh, no! - lo apostrofò Livilla puntando l’indice su quel pugno chiuso - Non con quei dadi, vecchio barbagianni!... Capo! - gridò all’oste - Porta qui dei dadi... e che non siano truccati!”
“Ah,ah! - risero tutti - Forse questa vecchia caliga ha trovato il suo degno avversario!”
L’oste, un uomo sulla quarantina e dall’aspetto ambiguo, arrivò con due paia di dadi chiusi in due scatolette di legno che consegnò a ognuno dei due avversari, poi prese uno sgabello e si piazzò di fronte alla ragazza; un ghignetto gli attraversava il brutto ceffo.
“Avanti! Tira tu per prima.- fece lo zoppo - Voglio darti il vantaggio della partenza, puellula!”
“Non voglio nessun vantaggio, vecchio!Voglio tirare per seconda.”
“Furbetta questa puella.” continuavano a sghignazzare tutti.
Lo zoppo agitò i dadi, capovolse la scatoletta e ne roscesciò il contenuto sul tavolo urlando:
“Cinque più quattro, puella! Ora butta tu e vediamo cosa sai fare.”
Livilla fece lo stesso con la sua scatoletta.
“Due più quattro. - disse contrariata - Un altro tiro, vecchio?”
“Quanti ne vuoi, puellula!” rise lo zoppo poi tirò.
“Tre più quattro. Un bel sette. Ora tocca a te!”
Livilla tirò.
“Tre più quattro. Un bel sette anche per me!”
“Sempre in svantaggio! – replicò l’altro - Ancora un giro?”
Sul tavolo intanto il denaro andava ammucchiandosi; lo zoppo puntò ancora.
“Quattro e sei! Ed ora, piccola impertinente, prova a battermi.”
La ragazza non rispose; tirò anche lei: sei e sei, i numeri.
“Ho vinto io!” gridò trionfante.
Lo zoppo si alzò; la guardò per un attimo, poi tese verso di lei tutto il denaro che si trovava sul tavolo: sei triens.
“E’ tuo! Hai vinto!” disse girandole le spalle, ma Livilla lo fermò:
“Ehi, zoppo! Sono qui solamente per quell’armilla che ti sei messo al collo. Lo sai, no!...E per quella che ti devi battere.... O forse il vecchio Tirso ha paura di prenderle ancora da una puellula?”
Completamente concentrata nel gioco, Livilla non si accorse di avere uno spettatore d’eccezione: Milos, che aveva appena messo piede nella bettola e la guardava con sorridente ironia: non si sarebbe mai aspettato di vederla in quel posto e impegnata in quelle faccende E con quale grinta conduceva la gara!
Lo zoppo tornò al tavolo. Si tolse dal collo il laccio con l’armilla e la poggiò sul tavolo accanto a quella della ragazza.
“Sono io, stavolta - lo provocò ancora Livilla - a darti il vantaggio dell’inizio. Avanti. Comincia tu!”
“No! Batti tu!” fece l’altro; Livilla non si fece pregare. Agitò la scatoletta e lanciò i dadi: tre e tre.
“La Fortuna si è allontanata dal tuo fianco, puella? – fece trionfante lo zoppo - Vediamo fin dove assiste il vecchio Tirso.”
Lanciò a sua volta: due e tre.
“Ho vinto io – disse la ragazza e allungò la mano verso il gioiello,
Lo zoppo la precedette. Con uno stiletto fissò l’armilla al tavolo, poi la estrasse per riprendersela
“Storpio topo di fogna! - gli gridò Livilla incollerita - Hai perso! Sei un vigliacco se ti porti via la mia vincita!”
“Sciocca puella. Prova a portarmela via tu.” ghignò lo zoppo, ma una mano dalla presa di ferro l’afferrò per un braccio facendogli fare una piroetta come fosse una trottola.
“Ti ha vinto regolarmente a dadi. Quelle armille appartengono tutte e due alla ragazza... O vuoi disputartele con me…ma non a dadi!” aggiunse minaccioso.
“Milos!... Costui è Milos il trace! - cominciarono gli entusiastici commenti - E’ il gladiatore più valente di Roma. Ehi, gente. Accorrete. Accorrete... C’è qui Milos il trace!... “
“Eh,eh, vecchio! Non ti conviene batterti con lui!”
“Adesso sì, che hai trovato un avversario, vecchio zoppo!”
Il vecchio estrasse il pugnale dal tavolo e accompagnando il gesto con un grugnito incomprensibile si allontanò. (continUA))
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