Anno di violenze e congiure, la “Capitale del Mondo” fu campo di battaglie private e pubbliche; teatro di complotti ed intrighi: pretoriani e senatori, legionari e gladiatori, filosofi e letterati, schIavi e liberti, vestali e prostitute, maghi e fuorilegge.

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giovedì 31 marzo 2022

LA DECIMA LEGIONE - VIDEO




 MISERIE   E   SPLENDORI  della   ROMA   IMPERIALE

CORINTO

 


 

 

Corinto, la lussuosa e dissoluta capitale dell’Acaia, da sempre fregiata del nome di Lume di tutta la Grecia, riusciva ancora a brillare in qualche modo sulla costa. Un lume che, come disse Cicerone, era stato spento nel 146 a.C. dal feroce e spietato console Mummio, che degli abitanti risparmiò solo donne e ragazzi al fine di ridurli in schiavitù.

Fiorente nel commercio e nella navigazione, Corinto aveva creato la prima flotta greca; sue le prime triremi a solcare i mari. Giulio Cesare la fece ricostruire, ma molte cose dell’antico splendore erano ormai spente per sempre!

L’acropoli, nella parte alta della città, a quasi centocinquanta metri sul mare, che offriva sicurezza per i suoi fianchi scoscesi, era stata la sede del nucleo antico quando Corinto era anche sede del governo della Lega Achea. Qui, nella paleopoli, la città vecchia, sorgeva il palazzo che il console Giulio Galione, subito dopo la conquista romana, aveva scelto come residenza durante il suo mandato.

Un palazzo non grande, esteso su vari livelli, con terrazze e scale esterne e costruito contro la roccia viva. All’interno, numerose stanze si raccoglievano intorno a una grande sala riunione, una splendida Sala d’Armi affrescata con scene epiche e  ornata con cimeli antichi. Vi si accedeva attraverso un portico, un atrio e un vestibolo.

Qui li ricevette il generale Tito, che, in viaggio per Roma, si era fermato per la sosta invernale ed era stato raggiunto dalla notizia della morte di Nerone.

TRACIA, principessa dei Traci e dei Geti

 



Fin da quando Lei e Milos erano stati condotti a Roma, ostaggi di guerra, il loro legame era diventato indissolubile. Erano cresciuti sotto l’ala protettiva di Kira che godeva di  prestigio  e che era sempre riuscita a tenere lontano da loro ogni preoccupazione.

Lei era diventata una ragazza che tutti trovavano graziosa e Milos si era trasformato in un ragazzo forte e atletico e un giorno, un ospite del loro patrono lo aveva notato. Si chiamava Crescens, quell’uomo erculeo ma gentile, dalla pronta risata e dalla vistosa cicatrice sulla guancia destra. Era un lanista. Uno che addestrava uomini, schiavi e non, per farne dei gladiatori. Lui stesso era stato gladiatore un giorno.

Milos a quell’epoca aveva sedici anni ma già possedeva quel dono di comunicabilità che lo rendeva trascinatore di entusiasmi e simpatie.  Fu così che Balbo non seppe dirgli di no quando Milos chiese di non separarlo dalla sorella e dalla nutrice. Giunti a Roma, Milos era diventato uno dei più acclamati gladiatori delle arene…